Il diario ritrovato riporta la vita di Gesù raccontata da lui stesso così come l'aveva scritta nel proprio diario successivamente alla sua scomparsa. Si tratta di un racconto semplice che permette però di comprendere le pulsioni umane di Gesù e le sue intenzioni religiose, vissute in un contesto sociale proprio di un popolo sottomesso, ai Romani che lo avevano conquistato militarmente, ma anche agli scribi che detenevano le leggi e le amministravano. Un mondo in cui religione e politica si confondevano. E permette inoltre di comprendere come potevano essere intesi i miracoli allora e come potevano essere intese le guarigioni, levando a questi eventi un significato probatorio che assolutamente non esiste.
E' ovvio che si tratta di opera puramente letteraria e che i documenti sono un'invenzione dell'autore e servono a rendere possibile il racconto dei fatti secondo la visione soggettiva di Gesù, così come viene presunta dall'autore stesso.
Il messaggio rilevante è quello che dà il Conte Ottavio Maveri, altro personaggio del racconto, che dopo aver letto il diario si rende conto che niente è cambiato da allora e che i problemi della società attuale sono gli stessi della società di allora, anche se con connotazioni diverse.
Rimane alla fine l'immagine di un Gesù vero uomo, vero santo e anche vero figlio di dio, di quel dio che imparò a conoscere nella comunità che lo accolse.